La collezione dei P. Tebt. Pad. (Papiri da Tebtynis dell’Università di Padova)
La collezione dei P. Tebt. Pad. è costituita dai papiri rinvenuti durante la missione archeologica italiana condotta dal 1930 al 1935 a Tebtynis (Umm el-Breigât, nel Fayum meridionale). Gli scavi di quegli anni furono diretti da Carlo Anti, professore di Archeologia Classica presso l’Università di Padova e Direttore della Missione Archeologica Italiana in Egitto, e dal suo assistente Gilberto Bagnani, che dal 1933 fu delegato da Anti, nel frattempo nominato Rettore a Padova, a proseguire in sua assenza la missione.
La maggior parte dei papiri che venivano riportati alla luce era inviata a Firenze in quanto Anti aveva rilevato la concessione di scavo dall’Istituto Papirologico e si era impegnato con Vitelli a cedergli i papiri che fossero emersi. Con la morte di Vitelli, il 2 settembre 1935, l’accordo decadde e i papiri scoperti durante la stagione di scavo 1934-1935 non furono più inviati a Firenze, ma a Padova. Nasceva, così, la collezione oggi denominata “P. Tebt. Pad”.
I frammenti giunti a Padova furono suddivisi tra l’Istituto di Filologia Greca, a cui furono destinati pochi testi, posti sotto vetro e affidati da Anti alle cure del grecista Carlo Diano, e l’Istituto di Archeologia, a cui rimasero numerosi frammenti, greci e non greci, sistemati per lo più in cartelle o alla rinfusa in scatole di varie dimensioni, le stesse in cui i papiri erano stati posti subito dopo il loro ritrovamento. Rimasti per decenni nei magazzini del Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte, afferente all’Istituto di Archeologia, tornarono solo casualmente alla luce nel 1977, durante alcune ricerche sulla storia dei papiri conservati presso l’Istituto di Filologia Greca, della cui provenienza, nel frattempo, si era persa memoria. Da allora, l’interesse degli studiosi che si sono accostati a questo patrimonio è stato indirizzato al restauro, alla conservazione e allo studio della collezione, ancora oggi solo parzialmente esplorata. Un numero tuttora imprecisabile di frammenti è custodito, quasi nelle stesse condizioni in cui fu rinvenuto durante la missione Anti-Bagnani, all’interno dei locali del Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte del Dipartimento dei Beni Culturali: Archeologia, Storia dell’Arte, del Cinema e della Musica dell’Università di Padova.
La collezione appare composta in maniera preponderante da testi greci documentari, databili dall’età tolemaica alla tarda antichità; i sei testi letterari finora identificati con sicurezza conservano frammenti di Omero. Tranne che per un minuscolo frammento, sembrano mancare testi latini; sono presenti, invece, testi scritti in egiziano (geroglifico, ieratico, demotico), in copto e in arabo, alcuni dei quali scritti su carta e non su papiro.
Bibliografia essenziale:
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